
le GemMarine
Passeggiate degustative a quattro mani
28 e 29 Novembre 2015: il Rione nel sangue di Gemma Russo & Marina Sgamato
Il Rione nel sangue
Ultimo fine settimana di novembre.
Fuori al Sedile dei Nobili, la piazza è inondata da un sole caldo. Ѐ domenica 29 novembre 2015 e, verso le 11 del mattino, salgo al Rione Terra. Non sono in ritardo. Per la verità, non sarei di turno. Poso le mie cose all’infopoint e mi confondo tra la marea di visitatori che attende d’entrare alla mostra. Più di 4700, in poco più di un mese, sono tutti passati per il Sedile dei Nobili. Percorro in silenzio via Duomo. Non imbocco la prima stradina, quella che diventa via San Procolo, ma procedo. Svolto alla seconda, dove all’angolo c’è palazzo Damiani. Nell’immediato, mi riempiono gli occhi le colonne del Tempio d’Augusto. Mi fermo nei pressi della porta d’uscita del percorso. Voglio ascoltare i pareri dei visitatori. Li sento uscire chiassosi ed entusiasti, ammirati dal colpo d’occhio dato dal Duomo.
“Vi è piaciuta la mostra”, chiedo.
Tra tutti, il primo a rispondere è un ragazzino, con la fila sul lato. Sguardo sveglio dietro gli occhiali e proprietà di linguaggio, mi fanno fermare ad ascoltarlo. “A me è piaciuto molto il percorso archeologico, specie nel punto in cui si congiunge il decumano con il cardo”, fa preciso, “Mi chiamo Emanuele Elemento. Ho 12 anni e frequento la Scuola Primaria di Secondo grado Armando Diaz. Abito con la mia famiglia a Monteruscello. Della mostra, mi è piaciuta la bottega con la macina del grano e le taverne. Questa mostra mi fa essere orgoglioso d’essere puteolano. Era il porto del Mediterraneo al tempo dei romani. Oggi, non deve essere più trascurata”.
Lo ascolto in silenzio parlare delle proprie sensazioni. Intanto, accanto a noi, che siamo seduti sugli scalini di
un palazzo nei pressi della Cappella De Cioffis, s’aggiunge la madre di Emanuele.
“La nostra famiglia il Rione Terra lo ha nel sangue”, spiega la signora, “I miei cognati, più grandi di mio marito, sono nati e hanno vissuto il Rione, fino al ’67. Abitavano al primo piano del palazzo De Fraia Frangipane, dal lato che guarda verso il mare. Il nonno di mio marito aveva acquistato tutto il piano. Anche mio padre era del Rione, faceva in questo posto gli impianti telefonici. Da giovane, abitava a Vico
Bocchefredde, poco lontano dalla famiglia di mio marito, tra palazzo Migliaresi e palazzo De Fraia Frangipane”.
“Questo è il posto in cui sono nati i miei nonni”, dice Emanuele, con una bella decisione nella voce, “Vorrei non dovermene andare. Posso aiutare a valorizzare la mia Terra”.
Sulla soglia del Sedile dei Nobili, la famiglia Elemento-Catone fa un bel sorriso. Sono passati di qui.
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Emanuele Elemento e la sua Famiglia