
le GemMarine
Passeggiate degustative a quattro mani
“Sant’Antuono, Sant’Antuono..tecchet’’o vviecchio e damm’ ‘o nuovo!”
Il 17 Gennaio 2015, si rinnova anche nei Campi Flegrei il tradizionale “Focarazzo di Sant’Antonio”.
C’è chi lo chiama “focarazzo” e chi semplicemente falò. Per molti è il “ceppo di Sant’Antonio”, una delle tradizioni più antiche della Campania.
Ereditata direttamente dagli antichi romani, è stata, poi, utilizzata, con l’avvento del Cristianesimo, per celebrare la figura di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali domestici.
Ѐ rappresentato, secondo tradizione, vicino ad un fuoco, bastone col campanello e circondato da animali. Tra di essi, c’è il maiale, simboleggiante il male, che, sconfitto dal Santo, fu condannato da Dio a seguirlo sotto spoglie suine.
Poiché il maiale è sempre con lui, un detto popolare recitava: “Sant’Antuono s’annammuraie d’o puorco”. Si voleva così indicare l’attrazione esercitata dal male e dal brutto, sul buono e bello.
La tradizione, probabilmente, invece, è nata dal fatto che l’ordine dei Monaci Antoniani allevavano maiali, da cui ricavavano il grasso che serviva come unguento per curare le lesioni dell’Herpes Zooster, la dolorosa afflizione virale, detta ‘o fuoco ‘e Sant’Antuono.
L’usanza vuole che, nella notte del 17 gennaio, le principali piazze e i luoghi di ritrovo dei piccoli centri si popolino di gente, attorno ai fuochi di grandi e suggestivi falò. Si tratta di una liturgia, la cui origine si perde nel tempo, per segnare, simbolicamente, l’inizio di un nuovo periodo dell’anno.
Nonostante lo sviluppo industriale che ha caratterizzato i Campi Flegrei, questa antica usanza, legata alla Terra, non è andata perduta.
La funzione dei Focarazzi è purificatrice e fecondatrice. Ѐ propiziatoria ed allontana il male. Ѐ il passaggio dall’inverno alla primavera. Ѐ l’inizio di un nuovo anno, in cui il giorno guadagna un’ora di luce, infatti, si dice “Sant’Antuono n’ora bbona”, dando il via al ciclo carnevalesco.
Se il falò è stato preparato a regola d’arte ecco, subito si leva ‘a vampata. Il mucchio si consuma lentamente trasformandosi in brace, poi in cenere. Anticamente, se ne raccoglieva un po’ per portarla in casa, come protezione.
Ecco, vi segnaliamo quelli più belli in Terra Flegrea, a cui prenderemo parte:
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Ore 19, la Pro Loco Pozzuoli e l’Associazione San Marco danno appuntamento presso la spiaggia del Circolo Nautico San Marco, per la benedizione degli animali. In riva al mare, con tutta la cittadina di Pozzuoli sullo sfondo, intorno al Focarazzo, padre Antonio Russo benedirà, come ogni anno gli animali domestici. Benedizione che sembra estendersi anche al mare della cittadina flegrea, famosa per il suo mercato del pesce. Non c’è bisogno di alcuna prenotazione. L’ingresso è libero.
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Ore 16:30, presso il Giardino dell’Orco, intorno alle sponde del Lago d’Averno, per la benedizione degli animali. Il fuoco sarà acceso dopo il tramonto, alimentato dalla legna e dai ramoscelli raccolti nel giardino. Si vuole celebrare la Terra, le sue tradizioni, il ritmo che scandisce le stagioni. L’ingresso è libero. Non è prevista degustazione. Gli ospiti che vogliano possono portare una merenda, magari da condividere con gli altri. Il Giardino dell’Orco, via Lago Averno SX N.9/A, Pozzuoli (Na).
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Ore 19, presso l’azienda Vitivinicola La Sibilla, in via Ottaviano Augusto 19, si rinnova l’antica tradizione contadina con il falò di Sant’Antuono, augurale per la nuova vendemmia, e con menù a base di pietanze della tradizione abbinato al “Per’è Palummo” e le sue diverse espressioni. La festa di Sant’Antonio è il primo timido sguardo verso la primavera. Sguardo raccontato, nel corso della serata, dall’Associazione Culturale Il Ditirambo, mediante lo spettacolo teatrale “Sant’Antuono, Sant’Antuono..tecchet'o vviecchio e damm’ ‘o nuovo!”, con letture, racconti e narrazioni intorno al poeta Giambattista Basile. Previsto un Ticket degustazione. Per informazioni 3296007442.

di Gemma Russo e Marina Sgamato