
le GemMarine
Passeggiate degustative a quattro mani
Prologo di Gemma Russo & Marina Sgamato
Ѐ metà novembre e sono appena le 10:30 del mattino. I telefoni per la prenotazione alla mostra multimediale “Terra e Mare. All’Origine del Gusto” squillano.
Rispondiamo e prenotiamo senza sosta.
Ѐ terminato l’orario dell’infopoint mattutino, quando, improvvisamente, squilla il telefono. D’istinto alzo la cornetta, “Buongiorno a lei. Mi spiace ma per il giorno 6 dicembre non c’è disponibilità. Se vuole, posso dirle quale è la prossima data utile, ma dobbiamo orientarci verso la fine di dicembre, inizio gennaio”. Di routine, mi preparo a fronteggiare l’incredulità. Un lungo silenzio passa tra le mie parole e quelle che l’altro capo s’appresta a pronunciare. “Guardi signorina”, sussurra una gentile voce dal chiaro accento torinese, “io e mia moglie torniamo a Pozzuoli ogni volta che riapre qualche cosa. Siamo venuti in viaggio di nozze, quando ci siamo sposati 40 anni fa. Alloggiammo sulla darsena. Quando tornammo a Torino, mia moglie aspettava il nostro primo figlio. L’abbiamo vista svuotata a causa degli eventi sismici dell’80. In quegli anni, pur di venire da voi, soggiornavamo a Bacoli. Eravamo tra i puteolani quando hanno riaperto la Cattedrale di San Procolo. Ora il B&B ci ha già prenotato per il 6 e il 7 dicembre…come facciamo?”.
5, 6 e 8 Dicembre 2015: decumano e cardo, intersezioni ad angolo retto
Ore 8 del mattino di sabato 5 dicembre, partiamo da Monteruscello. E sì, perché è lì che vive la maggioranza dei puteolani. Siamo di corsa, come sempre, ma, appena varcato l’ingresso al Rione Terra, il tempo di botto rallenta. Al Sedile dei Nobili, sono io ad accendere la luce dell’ottagono nel mezzo, da cui è visibile la parte iniziale del decumanus maximus, percorribile oltre le porte del palazzo De Fraia Frangipane. Tiriamo fuori i fogli prenotazione e attendiamo matematicamente quindici minuti in silenzio, guardando fuori, mentre i corpi sono ossigenati dal prepotente “profumo” di zolfo della vicina Solfatara. Fuori, la piazza si riempie gradualmente di gente. Con il primo accredito, quello delle 9, si perde consapevolezza del tempo, assorbiti completamente da una folla continua e variegata, alternandosi tra accrediti, entrate, uscite, prenotazioni, informazioni, telefoni che squillano. Mi sono ritrovata a martedì 8 dicembre senza capire bene come.
Non saprei quale storia raccontare questa volta. Tante si sono intersecate al Sedile dei Nobili in un solo fine settimana. L’albero di Natale, fatto all’interno dell’infopoint, ci ha impegnati tutti, tra un accredito e l’altro. Mica e semplice districarsi tra i bollini identificativi dei vari turni. Quando li diamo, l’affermazione è per tutti la stessa: “Devo mettermelo in fronte?”. Dopo questa, rotto il ghiaccio, parte sempre una interazione con conseguente storia.
Un sorriso a 360° ha invaso i nostri visi, quando una coppia di visitatori torinesi varca il Sedile dei Nobili con un vassoio di dolciumi dicendo: "Ecco, è per ringraziarvi della gentilezza avuta al telefono".
Quando chiamarono, a metà novembre, era tutto occupato. Facemmo di tutto per inserirli. La loro storia è legata al Rione Terra e alla città di Pozzuoli.
Tutto lo staff di “Terra e Mare. All’Origine del Gusto” partecipa alla degustazione, insieme ai visitatori.
Tante giovani coppie, anche puteolane, si alternano nella visita. Tra questi, Angelo Di Costanzo con la moglie Lilly, le figlie Letizia e Alessia. La mamma di Angelo è puteolana del Rione Terra. Quando la conobbi, mi elencò, in mezz’ora, tutte le persone più famose del Rione, servendosi dei soprannomi, in un puteolano stretto stretto. Angelo è stato Sommelier dell’Anno per la «Guida Espresso» 2014. Nella semplicità e nell’umiltà dei valori della famiglia d’origine sta, oggi, crescendo le proprie figlie.
Ci sono, poi, i tramonti. In generale, non li amo, ma quelli che vedo dal Rione Terra, ogni fine settimana, sono immensi. Si avvertono come un abbraccio stretto stretto fatto da una intera Terra. Dentro mi ci perdo volentieri, sentendomi fortunata d’essere flegrea.
Sì, flegrea! Ma pur sempre una flegrea puteolana.
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Cartoline dal Rione Terra