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Giovedì Santo a Pozzuoli: la Tradizione

 

 

A Napoli, il Giovedì Santo era giorno di zuppa di cozze. Opulenza di mare, con i gamberi, la “ranfa” di polipo, le seppie, l’olio forte. Ancora oggi, più ricca è, meglio è!

Il pesce, proveniva dal Golfo di Pozzuoli. Eppure, nella piccola cittadina flegrea, così vicina a Napoli, il Giovedì Santo, la tradizione era un’altra! 
Ieri sono tornata a casa e mamma aveva messo a “spurgare” i maruzzielli.

Certo, è logico…domani è Giovedì Santo! Questo ho detto tra me e me.

Stamattina ho scavato nei miei ricordi di bambina. Mi è sempre piaciuto il Giovedì Santo, perché era giorno di festa, di felicità per le sopraggiunte vacanze pasquali. Mamma alla mattina chiamava nonna che le diceva: “ho la salsa con i maruzzielli, vieniteli a prendere”. Io li ho sempre adorati! C’è il metodo per tirarli fuori dalla conchiglia e lo impari solo dopo tanto allenamento. Ebbene, noi il Giovedì Santo, anche se mia nonna non c’è più, continuiamo ad acquistare e a cucinare i maruzzielli! 
Stamattina però, cercavo la radice di questa tradizione ed allora mi sono ricordata della famiglia Di Costanzo. Storica famiglia di pescatori puteolani, che con forza, fino alla fine, ha fatto di tutto per non vendere la propria barca, quella che avevano nella Darsena, per noi puteolani O’Valion. Nonno Procolo, detto “Cacola”, appellativo che in puteolano significava bel ragazzo, ha, oggi, 85 anni e non ricordava per bene la tradizione. A supporto del mio ricordo di bambina, è allora arrivato Nunzio Di Costanzo. “La tradizione certo che c’è! Solo che il puteolano è un po’ geloso delle sue tradizioni, le nasconde”, mi spiega, “poi, l’evacuazione della città non ha aiutato. I napoletani hanno acquistato le nostre case e sono diventati i nuovi puteolani. Noi per farli contenti, abbiamo acquistato le loro tradizioni, compresa la zuppa di cozze del Giovedì Santo! Ma, non è nostra tradizione”.

Mi racconta una storia splendida, quasi di sfida verso la tradizione napoletana delle cozze. “I maruzzielli si pescano tra gennaio e marzo", spiega, “per cui a Pasqua, non erano così comuni, come le cozze. Ebbene, i puteolani arricchivano le loro tavole con questo frutto umile, ma raro in quel periodo, quasi come a dire ai napoletani: ti vendo il pesce che abbonda nel mio Golfo, ma tengo per me ciò che è raro”.

Ancora oggi, non è semplice trovarli al mercato.
La forma a cornucopia è simbolo di abbondanza, di prosperità e di rinnovo.
Si cucinano con le ultime conserve di pomodoro cannellino a “pacchetelle”, sugo generoso ed abbondante. I maruzzielli, completi di conchiglie, precedentemente sbollentati, si versano nel tegame e si mischiano con la salsa. Il rumore che fanno le conchiglie è una splendida musica di sottofondo. Da non dimenticare, il pizzico di peperoncino. Con il sugo, si condiscono gli spaghetti. Ѐ un piatto bello da vedere, buono da mangiare, nostro per tradizione!

Gemma Russo & Marina Sgamato

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