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Il ventaglio ristorativo è nei Campi Flegrei variegato. La scelta giusta sarà dettata da voi stessi: in quale clima volete degustare i piatti? Capodanno è alle porte ed a tavola in questa passeggiata degustativa mettiamo prima di tutto il buon umore, non trascurando mai la qualità, perché al palato piace.

Ci fermiamo, allora, in una taverna lungo il Lago Lucrino: “La Cucina di Ruggiero”.

Ad accoglierci, in una atmosfera variopinta, piena di strumenti musicali, pianoforte, chitarra, tammorra, putipù, pentolame di ogni forma e dimensione, è lui: Ruggiero Peluso, anche detto “L’Accademico tavernaro”. Una stretta di mano e qualche battuta, giusto per rompere il ghiaccio; il nome dell’ospite strillato al megafono, perché chi arriva e si aggiunge alla tavola deve essere sempre annunciato, mentre la sala si riempie di odori, provenienti dalla cucina, dove Maria, sua moglie, è intenta a preparare le pietanze.

La Cucina di Ruggiero… mettiamo in tavola il “buon umore”

E così, dopo la classica lasagna, le tagliatelle con carciofi e salsicce in crema di pistacchio,  arista di maiale al latte con noci, uova alla monachina, pollo al laser con due spezie d’eccezione, assafetida e ligustico, struffoli, panettone fatto da loro, raffioli e gli immancabili roccocò… ci fermiamo a fare una chiacchierata, seduti al tavolino, come se stessimo a casa loro. Si, perché la prima impressione che si ha entrando nella loro taverna è proprio questa. Ruggiero e Maria, anche dopo una dura giornata, raccontano il loro lavoro con il sorriso, perché “mangiare in compagnia”, spiega Ruggiero, "è una vera e propria filosofia. Accomuna e rende felici. Se c’è astio tra di noi, chiariamo uscendo fuori . A tavola non si può…stiamo mangiando. Oggi, ad esempio, in uno stesso tavolo c’erano tre coppie che non si conoscevano. Alla fine se ne sono andati a braccetto. Questo è lo spirito della Cucina di Ruggiero”.

Raccontano di quando nel 1997 decisero di aprire un locale facendo determinate scelte. Il coraggio di ricominciare, di investire, la crescita professionale e la popolarità. Non c’è flegreo che non conosca la loro cucina. Alla fine, con il cliente si crea un vero e proprio rapporto di amicizia. E così, nell’ epoca in cui i rapporti personali sono affidati ai social network, ci raccontano di come negli anni ’90 abbiano promosso “amicizie attraverso bottiglie di liquore. Tutto partì per gioco”, ci

spiega ridendo Ruggiero, “chiedevano liquori particolari ed io proposi di portarseli da casa. Li sistemavo in un apposito armadietto con il nome del proprietario. A fine pranzo o cena, andavano nell’armadietto dei liquori ed ognuno si prendeva la propria bottiglia o assaggiava il liquore di un altro, lasciando un messaggio. Ci si conosceva per i liquori”. Qualità della materia prima, attenzione al territorio, alla stagionalità, mettendo l’ospite a proprio agio come se “ venisse a cena dai parenti. Se portiamo a tavola solo il piatto, che senso ha? Non è meglio che insieme al piatto abbino anche una barzelletta?”. Questo diviene l’ingrediente segreto, quello che rende ancor più saporito il loro modo di far ristorazione. I loro piatti sono gustosi, elaborati nella tradizione, ma semplici. Questo perché, spiega Maria, “non vogliamo vivere per cucinare, ma cucinare per vivere! Leggiamo, personalizziamo, studiamo, ma tutto è sempre spontaneo. E’ a modo nostro”.

 

Le pietanze sono accompagnate dai vini delle cantine flegree, dal piedirosso alla falanghina, fino ad arrivare alle riserve. Tutto coerente con uno sviluppo territoriale che sia sostenibile. Parliamo di una ristorazione, le cui esigenze sono ormai cambiate. Non si vuole vendere più solo il cibo, ma anche le manifestazioni; si mette per un attimo da parte l’individualismo per fare un discorso di rete;  non si vuole più un turismo “mordi e fuggi”, ma un turismo in cui l’ospite resti, trovando un’offerta adeguata. Anche l’essere flegreo diventa limitante e territorialmente circoscritto.

La domanda allora è…quali forze bisogna mettere in campo per fare incoming?

Chiediamo a Ruggiero e Maria di lasciarci una ricetta semplice, in modo da poter essere degustata anche  sulle tavole dei nostri lettori. Entrambi stanno studiando per divenire archeocuochi e ci propongono l’Insalata di Marziale, una insalatina descritta dal noto poeta di Età Imperiale, nella sua opera Epigrammi.

 

 

 

 

 

 

 

Le mele annurche si tagliano finemente, lasciando la buccia rossa che darà colore al piatto. Finemente si taglia anche il sedano rapa. In un contenitore capiente, alle mele ed al sedano rapa, si uniscono gli altri ingredienti e si lasciano a macerare, girando di tanto in tanto, per 10/15 minuti. Alla fine si serve, accompagnandolo con un rosso flegreo, proveniente dai vitigni del Monte Gauro.

Il sapore è insolito, ma il gusto è assicurato!

 

INGREDIENTI

Mele annurche

Sedano rapa

Noci

Yogurt o panna acida

Sale

Pepe

Olio

 

Indirizzo: Via Lucrino al Lago Interno, 3, 80078 Pozzuoli

Telefono:081 868 7473

Gemma Russo

Ph. Marina Sgamato

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Pubblicato su Pozzuoli Magazine e Bacoli Magazine

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